8.40 troppo.
Stamattina arriverò in ritardo, e pressato. 60 minuti netti, puliti e sereni di posticipo della sveglia.
Non ho detto il classico "occazzo" quando ho visto l'ora, strano. Forse "mannaggia", anche se ricordo che finiva in o.
Qualcuno alle mie spalle sta consigliando ad un suo amico di andare a vedere "quasi amici", che ha visto ieri al cinema. Coincidenza, anche io e Paola l'abbiamo visto ieri sera. Non proprio al cinema.
Condivido il giudizio del mio compagno di viaggio: un film veramente bello. Fatto bene. Abbiamo riso, senza ma, dall'inizio alla fine.
Centrale, temperatura in rialzo, saldo tra chi scende e chi sale sempre in pari. Non ho nemmeno un appoggio, navigo. La mezza modella seduta di fronte a me, occhialoni scuri, gonna e scarpe alte tipo anfibio, è stata sostituita da un anziano curato, con l'aria di ex tombeur de femmes, con anello a fascia larga di oro bianco, occhiali scuri con montatura tartaruga e giacchetta scamosciata.
A sua volta sostituito, a Garibaldi, da me. Saldo decisamente a favore degli entranti. Fanno buio. Sono circondato da una selva di gomiti, odore di cuoio nelle narici, voci attutite dai corpi.
Toglierei anche la giacca ma, anche seduto, non ho lo spazio vitale necessario.
Anche il mio vicino smanetta intensamente sul bberry. Uno sguardo veloce e ho appurato che non si tratta di un mio avversario. Word mole, se giocato con un certo impegno, dall'esterno ti fa sembrare impegnato in importantissime comunicazioni.
Come io ho visto lui, chi mi è seduto di fianco, volendo, potrebbe leggere mentre scrivo di lui/lei? Non nego di averci già pensato. Nel dubbio, inclino lo schermo.
A Cadorna mi é comparso a fianco un trollet fucsia. Della padrona per ora vedo solo ballerine chiare, indossate coi collant, pantaloni fuseau scuri. Borsa di pelle nera a sacca e fede nuziale. Più su diventerebbe troppo evidente. Anche se é improbabile che legga, una donna quasi sempre sgama un uomo che la guarda.
I fuseau erano jeans, e sopra c'erano una giacca grigia e un viso ovale contornato di capelli biondo castano. E' scesa.
La folla inizia a diminuire, quasi sento dell'aria fresca sulla fronte, a sinistra.
8.58 faccio scendere mr. Mole a Porta Genova. Confermo, oggi ritardo.
Scivolato a sinistra ho visuale libera su una ragazza sulla ventina, con cuffione verde vintage - la moda secondo Vico - e un piercing che a tutti gli effetti si può definire anello al naso.
Vederlo e pensare ai problemi che crea in caso di raffreddore sono un unico atto del pensiero. Poco dopo arriva la domanda: perché voler sembrare un bue da soma?
Lascio lei e questi dubbi a Famagosta ed esco dal tunnel. Il sole scalda la mia guancia sinistra immediatamente.
Oggi pomeriggio opterei per un solarium. Se non posso fare nulla contro l'effetto serra e la desertificazione ambrosiana, cerco almeno di sfruttarne i risvolti positivi.
Solo i campi senza verde mi ricordano che é marzo e non maggio. Ultima curva, palazzi in vista. Volo.