7.37 tornato.
Metropolitana, diretta ad Assago, orario corretto, nessun collega chiacchierone in vista. Condizioni ottimali. Sonno a parte si intende.
In piedi nel mio angolo, quello, per ripassare, vicino all'ultima porta a sinistra del penultimo vagone, c'é un ragazzo alto, dal viso tondo, barbetta, capelli corti ed occhiali, che se la gira, sereno come un quarto di pollo, in scarpe da ginnastica nere e gialle, pantaloni della tuta blu e giacca della stessa marca dei pantaloni, ma nera.
Niente borse, niente preoccupazioni. Non nascondo una certa invidia.
A Centrale smetto almeno di invidiargli il posto, perché si é liberato quello d'angolo esterno dei sedili a file. Per andarlo ad occupare ho passato una virginista: i borsoni neri e rossi di Branson stanno diventando sempre più diffusi; ho letto un articolo di come il fitness in genere, VirginActive in particolare, sia un settore anticiclico.
Sulla banchina di Garibaldi passa come un sogno buffo una trentenne piccoletta ed occhialuta con stivalazzo bianco e smanicato fucsia.
A maggio, informa Moscova coi suoi cartelloni, tornano gli Stomp, altro desiderio palleggiato e mai preso sul serio.
Tra le spalle della gente in piedi vedo spuntare il sosia di Zeus, non il dio greco, ma il personaggio di Samuel L Jackson in Die Hard: copricapo nero etnico e montatura metallica, identico.
Cadorna svuota e riempie il treno, sono salite anche due mie colleghe: parlano tra loro, non mi vedono; nessuno se ne avrà a male se non ci abbracciamo.
Mi si é seduto di fianco un uomo corpulento, di cui non ho ancora visto nulla, ma che odora di sapone per bucato, in maniera intensissima. Jeans neri e tuta bianca e blu. Non indago oltre, mi basta il suo odore, che non ho ancora catalogato né tra i buoni né tra i cattivi.
Sant'Agostino crea problemi alle porte, ma alla fine ripartiamo. Le colleghe si sono sedute davanti a me, scendendo le saluteró, ok.
Tra due fermate inizia la mia settimana corta: ieri di ferie, venerdì di chiusura, tre giorni da far scivolare.
La ragazza della Virgin si alza per scendere a Romolo, mandando in frantumi l'dea che fosse un'assaghese. Ancora problemi con le porte, cinque apri-chiudi prima di ripartire. Che Virgin ci sono a Romolo, o più in genere a sud di Milano, che non siano la mia? Controllerò, se me ne ricordo.
Famagosta, mi preparo a contare i tentativi. Due, poi esitazione sulla partenza, ma alla fine si va.
Pensiero fugace alla quantitá di email che dovrò leggere; ieri ne ho contate quindici, prima di smettere di contarle.
Niente sole nel sud Milano, ma odore di erba. Fiori fucsia sulla massicciata del treno, verde ovunque, anche dove non riesce a camuffare lo squallore. Nutrie al pascolo in un prato cintato pre cantiere, e treno al rallentatore sul curvone verso Assago. Intravedo una roggia in mezzo agli alberi, che a velocità normale non avevo mai notato.
La tratta fuori terra mi garantisce, a volte, la mia dose quotidiana di natura; non é cosa da poco per un pendolare di Milano.
Si comincia meglio